Il Vaiolo
È un'infezione molto contagiosa dovuta ad un virus e che può decimare un allevamento in pochi giorni. La malattia è causata da un virus (ultra-virus) e si presenta sotto varie forme, secondo la localizzazione del virus e le complicazioni che si verificano. Imperversa principalmente d’estate, da luglio a settembre, e gli uccelli che non muoiono sono immunizzati.
La forma cutanea.
È caratterizzata dalla comparsa di rigonfiamenti alle gambe, alla testa (palpebre), ed a volte alle ali. Questi sono causati dal virus che si è introdotto sotto la pelle, a seguito di una piccola abrasione o di una puntura di zanzara. Il virus causa un'irritazione ed appare del pus. Questo pus si concentra e diventa biancastro. Lentamente si riassorbe e scompare, a meno che non sono espulsi all'esterno. Questo pus è ricco di virus che è responsabile del contagio rapido. L'uccello raschiandosi lo libera e sporca il suo becco; sporca anche le sbarre e facendo la sua toeletta, trasporta il virus in altri punti del suo corpo. Appaiono altri rigonfiamenti, soprattutto alle gambe, e tutto l'allevamento può essere infettato entro pochi giorni. Alla testa, si può osservare un'infiammazione delle palpebre, e dalle ali si ha la caduta di piccole piume. Spesso la contaminazione è realizzata quando l'uccello sfrega la sua testa contro una sbarra sporcata. Occorre agire senza indugio, poiché se l'uccello si raschia, buca prematuramente il rigonfiamento e s'infetta. Altri microbi trovano là una porta d'entrata ed emergono nuove complicazioni. Fin dai primi sintomi, occorre isolare gli uccelli infetti, per evitare il contagio. Tutte le gabbie devono essere disinfettate o cambiate. Si deve dare un miscuglio d'antibiotici ad ampio spettro nell’acqua, seguite da vitamine. Le cure dipendono dal grado d'evoluzione dell’infezione. Alla prima fase (semplice rossore), si può usare una pomata antisettica. Se l'uccello non si punge, il rigonfiamento normalmente regredisce,quelli invece che emettono pus devono essere puliti con cotone idrofilo inzuppato d'antisettico, essiccati e spolverizzati di Cutisan (polvere battericida ed antisettico).
La forma respiratoria.
Si osserva spesso contemporaneamente alla forma cutanea, di cui costituisce un aggravarsi. La respirazione diventa rumorosa, perde abbastanza rapidamente l'appetito, e presto si mette in palla. La morte avviene entro alcuni giorni. All'autopsia, si osserva una congestione e polmoni infettati. L'esame batteriologico rivela diversi microbi: ad esempio streptococchi, salmonellosi. Si possono salvare alcuni uccelli con l’uso d'antibiotici, ma il successo non è eccellente. L'epidemia è tuttavia bloccata.
La forma iper-acuta.
Causa la morte in alcune ore, senza che nulla permetta di prevederla, eccetto forse una breve sonnolenza del soggetto. L'autopsia non rivela neppure lesioni. Contrariamente a quello che si dice, il vaiolo non dà un'immunità totale. Un soggetto che ha già contratto il vaiolo, può presentare alcuni rigonfiamenti l'anno successivo. Tuttavia il fatto che gli adulti siano meno vulnerabili dei giovani dimostra una certa immunità, almeno per quanto riguarda le complicazioni microbiche.
Prevenzione del vaiolo.
Quando il vaiolo è manifesto, le perdite sono inevitabili. Quindi si deve prevenire la malattia con una buona igiene, con prodotti alimentari sani e variati, e soprattutto con vaccinazione. I due metodi più utilizzati sono:
La vaccinazione per puntura.
Il vaccino antivaiolo (PoulvacR P canary) è introdotto attraversando la membrana alare con un ago.
Il trattamento omeopatico.
Si dà preventivamente in luglio ed anche in inverno (febbraio), delle palline di Vaccinotoxinum 7 CH e di Diphtérotoxinum 12 CNF. Per una settimana si usa il primo prodotto e dopo si usa l’altro per un’altra settimana.
La forma cutanea.
È caratterizzata dalla comparsa di rigonfiamenti alle gambe, alla testa (palpebre), ed a volte alle ali. Questi sono causati dal virus che si è introdotto sotto la pelle, a seguito di una piccola abrasione o di una puntura di zanzara. Il virus causa un'irritazione ed appare del pus. Questo pus si concentra e diventa biancastro. Lentamente si riassorbe e scompare, a meno che non sono espulsi all'esterno. Questo pus è ricco di virus che è responsabile del contagio rapido. L'uccello raschiandosi lo libera e sporca il suo becco; sporca anche le sbarre e facendo la sua toeletta, trasporta il virus in altri punti del suo corpo. Appaiono altri rigonfiamenti, soprattutto alle gambe, e tutto l'allevamento può essere infettato entro pochi giorni. Alla testa, si può osservare un'infiammazione delle palpebre, e dalle ali si ha la caduta di piccole piume. Spesso la contaminazione è realizzata quando l'uccello sfrega la sua testa contro una sbarra sporcata. Occorre agire senza indugio, poiché se l'uccello si raschia, buca prematuramente il rigonfiamento e s'infetta. Altri microbi trovano là una porta d'entrata ed emergono nuove complicazioni. Fin dai primi sintomi, occorre isolare gli uccelli infetti, per evitare il contagio. Tutte le gabbie devono essere disinfettate o cambiate. Si deve dare un miscuglio d'antibiotici ad ampio spettro nell’acqua, seguite da vitamine. Le cure dipendono dal grado d'evoluzione dell’infezione. Alla prima fase (semplice rossore), si può usare una pomata antisettica. Se l'uccello non si punge, il rigonfiamento normalmente regredisce,quelli invece che emettono pus devono essere puliti con cotone idrofilo inzuppato d'antisettico, essiccati e spolverizzati di Cutisan (polvere battericida ed antisettico).
La forma respiratoria.
Si osserva spesso contemporaneamente alla forma cutanea, di cui costituisce un aggravarsi. La respirazione diventa rumorosa, perde abbastanza rapidamente l'appetito, e presto si mette in palla. La morte avviene entro alcuni giorni. All'autopsia, si osserva una congestione e polmoni infettati. L'esame batteriologico rivela diversi microbi: ad esempio streptococchi, salmonellosi. Si possono salvare alcuni uccelli con l’uso d'antibiotici, ma il successo non è eccellente. L'epidemia è tuttavia bloccata.
La forma iper-acuta.
Causa la morte in alcune ore, senza che nulla permetta di prevederla, eccetto forse una breve sonnolenza del soggetto. L'autopsia non rivela neppure lesioni. Contrariamente a quello che si dice, il vaiolo non dà un'immunità totale. Un soggetto che ha già contratto il vaiolo, può presentare alcuni rigonfiamenti l'anno successivo. Tuttavia il fatto che gli adulti siano meno vulnerabili dei giovani dimostra una certa immunità, almeno per quanto riguarda le complicazioni microbiche.
Prevenzione del vaiolo.
Quando il vaiolo è manifesto, le perdite sono inevitabili. Quindi si deve prevenire la malattia con una buona igiene, con prodotti alimentari sani e variati, e soprattutto con vaccinazione. I due metodi più utilizzati sono:
La vaccinazione per puntura.
Il vaccino antivaiolo (PoulvacR P canary) è introdotto attraversando la membrana alare con un ago.
Il trattamento omeopatico.
Si dà preventivamente in luglio ed anche in inverno (febbraio), delle palline di Vaccinotoxinum 7 CH e di Diphtérotoxinum 12 CNF. Per una settimana si usa il primo prodotto e dopo si usa l’altro per un’altra settimana.