Come ibridare uccelli
E' difficile riuscire a parlare in poche righe dell'ibridazione.
Questo tipo di allevamento viene definito, nel nostro mondo ornitocolturale, un'arte.
Ed è infatti una forma di allevamento talmente unica e fuori dal comune, da costituire una vera e propria espressione artistica da parte di chi la pratica.
Paragonare l'allevatore che seleziona in purezza all'ibridista è, secondo me, come voler paragonare l'Illuminismo al romanticismo.
Due movimenti culturali completamente differenti, come differente è il modo di concepire l'allevamento in queste due tipologie di allevatori.
Chi alleva in purezza lo fa in maniera tecnica e razionale, selezionando scrupolosamente, allo scopo di avvicinarsi il più possibile ad uno standard prefissato. L'ibridista invece non ha un obiettivo prestabilito a cui tendere, ma si lascia di volta in volta guidare dalla sua ispirazione creativa, alla ricerca delle grandi emozioni che solo l'incognito e l'inaspettato possono dare. Il confronto tra l'allevamento in purezza e l'ibridazione si traduce dunque nella contrapposizione tra la razionalità e la fantasia, tra il metodo e la creatività, tra la ricerca della perfezione e la ricerca del bello.
L'ibridicoltura è il settore ornitocolturale in cui noi italiani ci esprimiamo al meglio, eccellendo su tutti gli altri allevatori europei in ogni competizione mondiale. Forse non è un caso che i nostri ibridisti siano i più bravi del mondo, come non lo è che i migliori stilisti, disegnatori o architetti siano tutti degli italiani.
Evidentemente noi italiani abbiamo un connaturato gusto del bello, che conferisce quel "qualcosa in più" a tutto ciò che creiamo, in tutti i campi. Oltre a questo nostro spiccato gusto estetico, possediamo anche un particolare approccio all'allevamento.
Infatti, mentre i popoli nordeuropei seguono metodicamente le regole che l'abitudine e la pratica hanno loro dettato, noi italiani siamo dotati di un estro creativo che ama andare oltre le regole per esprimersi nella sua forma più libera.
Ritengo che siano queste le doti che permettono a noi italiani di creare ibridi unici, irripetibili, che tutto il mondo ornitologico ogni anno ammira stupefatto. Ogni ibrido che vediamo alle mostre è un piccolo capolavoro di cretività, frutto della costanza e della dedizione di chi lo ha allevato affrontando le tante difficoltà che l'ibridazione comporta.
L'allevamento dell'ibrido è un incognito percorso ricco di colpi di scena, in cui niente è scontato, tutto è mutevole, ogni particolare episodio può rivelarsi una piacevolissima sorpresa o una cocente delusione. La gioia nello scoprire di avere un uovo pieno tra le dita, lo scorgere nel nido un piccolo ibrido mutato, il vederlo acquisire con la muta una livrea inaspettata ed inimmaginata, sono tutte delle emozioni indescrivibili.
Certo, grandi gioie ma anche spesso delusioni, ma comunque grandi emozioni che ci fanno vivere questa nostra passione in maniera così intensa.
IBRIDAZIONE: ALCUNE REGOLE DI BASE
Se nell'allevamento in purezza le abituali procedure di gestione della coppia diventano degli automatismi, nell'allevamento ibrido bisogna riservare ad ogni passaggio estrema attenzione.
Infatti le coppie ibride non sono mai uguali le une alle altre, ogni coppia richiede una gestione d'allevamento diversa, formulata su misura dall'allevatore. Vediamo di analizzare le varie fasi dell'allevamento ibrido, focalizzando la nostra attenzione sui punti che richiedono maggiore accortezza ed impegno da parte dell'allevatore. Innanzitutto la composizione della coppia, che va fatta preferibilmente a fine muta.
La scelta del maschio dovrebbe ricadere su soggetti con più di un anno di età, in quanto l'aver verificato l'affidabilità di un maschio nella stagione riproduttiva precedente è un buon punto di partenza. La femmina, al contrario, dovrebbe essere una novella, in quanto se si fosse già accoppiata con un maschio della sua specie, difficilmente ne accetterebbe uno di altra specie (anche se questa indicazione, per quanto riguarda le canarine, può considerarsi quasi superflua). Una volta scelti i soggetti, occorre che questi si accettino a vicenda e comincino a convivere pacificamente nello stesso contenitore. Per aiutarli a familiarizzare occorre che vengano uniti nel modo meno traumatico possibile.
E' opportuno quindi, per i primi tempi, tenerli separati da un divisorio in modo che si abituino alla vista reciproca. Si può, in questa fase, posizionare le mangiatoie vicine tra loro, ai due lati del divisorio, in modo che i soggetti durante l'approvvigionamento abbiano un contatto un po´ più ravvicinato. Dopo qualche tempo si può cominciare a togliere il divisorio, dapprima provvisoriamente e poi definitivamente. Dal momento in cui i soggetti vengono uniti, occorre evitare possibili litigi che comprometterebbero sul nascere la futura serenità della coppia. Per questo è opportuno mettere due mangiatoie, due beverini, due portapastoncini, due pezzi di frutta o ciuffi di verdura etc., proprio come se si trattasse di due bambini piccoli!
Se tutte queste procedure sono andate per il verso giusto, la nostra coppia potrà svernare in tranquillità, in attesa della stagione riproduttiva. Con l'approssimarsi della primavera i nostri due soggetti, se siamo fortunati, dovrebbero cominciare ad interessarsi l'uno all'altro. In genere è il maschio che, con il canto e le offerte di cibo, comincia a corteggiare la femmina.
Questa è una fase molto delicata, in quanto nella nostra coppia ibrida potrebbe rompersi quel delicato equilibrio instauratosi faticosamente nei mesi precedenti. Bisogna quindi tenere sotto stretta osservazione il maschio che, assumendo un comportamento aggressivo, potrebbe dar vita a continui litigi, talvolta molto accesi. Se tende a corteggiare la femmina con eccessiva insistenza, magari inseguendola e spiumandola, occorre separarlo immediatamente e aspettare che la femmina si interessi al nido. Se invece si dimostra tranquillo, può essere lasciato insieme ad essa, confidando sul fatto che il suo corteggiamento induca la compagna ad andare in estro.
Quando noteremo che anche la femmina comincia ad assumere un comportamento un pò più vivace, interessandosi al materiale da nido, la coppia andrà tenuta insieme fino alla deposizione. In definitiva, in questa fase cruciale dell'allevamento ibrido, la maggiore difficoltà consiste in un sapiente uso del divisorio.
A deposizione avvenuta, è estremamente raccomandabile separare definitivamente la coppia (in genere io separo al primo uovo). Dopo di che, la scelta tra la balia e la madre naturale dipende dall'occhio esperto dell'allevatore nonché dal suo desiderio di emozioni.
A questo punto il più è ormai fatto, non ci resta che sognare uova piene!
IBRIDI CON LA CANARINA (Incardellato)
Gli ibridi più allevati e quindi più presenti alle mostre sono gli ibridi ottenuti con la canarina.
Si tratta di un'ibridazione che nella maggior parte dei casi non presenta grandi difficoltà.
Per questo a tali ibridi si dedica sia chi vuole tentare un ibrido avendo discrete possibilità di riuscita, sia l'ibridista esperto che desidera ottenere un soggetto che, seppur non rarissimo, sia tecnicamente perfetto. La maggior parte degli ibridatori "occasionali" utilizzano le canarine di riserva o quelle di scarto per comporre le coppie ibride.
Da coppie assortite secondo questo criterio difficilmente verranno fuori ibridi eccezionali, questo perchè il contributo della madre canarina al fenotipo dell'ibrido è determinante. Per tale motivo consiglierei di utilizzare, come fanno gli ibridisti esperti, delle buone canarine in grado di dare pregevole discendenza.
Si può ricorrere sia a canarine lipocromiche, che origineranno ibridi pezzati, sia a canarine melaniniche che daranno vita ad ibridi nero-bruno. Poiché l'ottenimento di un buon ibrido pezzato è attribuibile più alla fortuna che alla tecnica, mi soffermerò maggiormente sull'ibridazione con canarine nero-bruno.
Le canarine migliori sono ovviamente le nero, ma anche le bruno, le agata e le isabella danno buoni risultati. Importante è che abbiano un buon disegno, siano ben ossidate e poco cariche di feomelanina. La scelta della varietà è fondamentale per il cromatismo dell'ibrido.
Vanno impiegate canarine a fattore rosso per tutte le specie a fattore rosso (carpodaco messicano, cardinalino, fanello etc.) mentre quelle a fattore giallo sono indicate per le specie a fattore giallo (cardellino, lucherino testanera, canarino del Mozambico, verzellino etc.).
Le canarine a fattore bianco dominante trasmetteranno tale mutazione a metà della discendenza per cui avremo il 50% degli ibridi ardesia.
Ibridi ardesia molto belli sono quelli ottenuti con i lucherini sudamericani (testanera, pettonero, negrito etc.), i verdoni europei ed asiatici ed i serinus africani (canarino del Mozambico, cantore d'Africa, ventregiallo, etc.).
Bisognerà utilizzare femmine intense per tutti quei soggetti che presentano pigmentazioni lipocromiche diffuse su tutto il corpo, per esempio il cardinalino, i serinus africani, il lucherino, i lucherini sudamericani, il verdone etc.
Ricorreremo invece a canarine mosaico per le specie che presentano zone di elezione lipocromiche circoscritte, come il cardellino, il fanello, l'organetto, il carpodaco messicano etc.
Per quanto riguarda il piumaggio, poiché tutte le specie in natura hanno un piumaggio simil-brinato, vanno scelte femmine a piumaggio stretto, molto sature di lipocromo, sia per la categoria mosaico che intenso, facendo però attenzione, nelle intense, a non scegliere soggetti troppo esili e dalla struttura esigua.
Per chi fosse poco pratico di ibridazione e volesse cominciare con accoppiamenti abbastanza facili, consiglierei di tentare con specie come carpodaco messicano, verzellino, cardinalino, lucherino testanera, fanello e cardellino. Accoppiamenti che garantiscono poche possibilità di riuscita sono invece quelli con l'organetto, il crociere, il verdone dell'Hymalaia, mentre quelli col fringuello, il ciuffolotto ed il frosone sono da considerarsi delle imprese da temerari.
IBRIDI TRA FRINGILLIDI
Gli ibridi tra fringillidi rappresentano il punto di arrivo per un ibridista che voglia cimentarsi con accoppiamenti impegnativi.
La notevole difficoltà di realizzazione, unitamente alla possibilità di creare un ibrido inedito, sono gli stimoli che muovono l'allevatore ad allestire coppie inusuali, dando sfogo a tutta la sua fantasia e creatività. Le combinazioni ibride sono infatti tantissime ed ancora parzialmente inesplorate.
Accanto ad ibridi classici, come per esempio cardellino x ciuffolotto o cardinalino x cardellino, stiamo vedendo, negli ultimi anni, ibridi impensabili fino a qualche tempo fa, come cardellino x fringuello o cardinalino x crociere, solo per citarne un paio.
Per chi volesse tentare per la prima volta un'ibridazione tra fringillidi, fornirò di seguito alcune informazioni di base, trattando i soggetti per singoli generi o per specie.
Questo tipo di allevamento viene definito, nel nostro mondo ornitocolturale, un'arte.
Ed è infatti una forma di allevamento talmente unica e fuori dal comune, da costituire una vera e propria espressione artistica da parte di chi la pratica.
Paragonare l'allevatore che seleziona in purezza all'ibridista è, secondo me, come voler paragonare l'Illuminismo al romanticismo.
Due movimenti culturali completamente differenti, come differente è il modo di concepire l'allevamento in queste due tipologie di allevatori.
Chi alleva in purezza lo fa in maniera tecnica e razionale, selezionando scrupolosamente, allo scopo di avvicinarsi il più possibile ad uno standard prefissato. L'ibridista invece non ha un obiettivo prestabilito a cui tendere, ma si lascia di volta in volta guidare dalla sua ispirazione creativa, alla ricerca delle grandi emozioni che solo l'incognito e l'inaspettato possono dare. Il confronto tra l'allevamento in purezza e l'ibridazione si traduce dunque nella contrapposizione tra la razionalità e la fantasia, tra il metodo e la creatività, tra la ricerca della perfezione e la ricerca del bello.
L'ibridicoltura è il settore ornitocolturale in cui noi italiani ci esprimiamo al meglio, eccellendo su tutti gli altri allevatori europei in ogni competizione mondiale. Forse non è un caso che i nostri ibridisti siano i più bravi del mondo, come non lo è che i migliori stilisti, disegnatori o architetti siano tutti degli italiani.
Evidentemente noi italiani abbiamo un connaturato gusto del bello, che conferisce quel "qualcosa in più" a tutto ciò che creiamo, in tutti i campi. Oltre a questo nostro spiccato gusto estetico, possediamo anche un particolare approccio all'allevamento.
Infatti, mentre i popoli nordeuropei seguono metodicamente le regole che l'abitudine e la pratica hanno loro dettato, noi italiani siamo dotati di un estro creativo che ama andare oltre le regole per esprimersi nella sua forma più libera.
Ritengo che siano queste le doti che permettono a noi italiani di creare ibridi unici, irripetibili, che tutto il mondo ornitologico ogni anno ammira stupefatto. Ogni ibrido che vediamo alle mostre è un piccolo capolavoro di cretività, frutto della costanza e della dedizione di chi lo ha allevato affrontando le tante difficoltà che l'ibridazione comporta.
L'allevamento dell'ibrido è un incognito percorso ricco di colpi di scena, in cui niente è scontato, tutto è mutevole, ogni particolare episodio può rivelarsi una piacevolissima sorpresa o una cocente delusione. La gioia nello scoprire di avere un uovo pieno tra le dita, lo scorgere nel nido un piccolo ibrido mutato, il vederlo acquisire con la muta una livrea inaspettata ed inimmaginata, sono tutte delle emozioni indescrivibili.
Certo, grandi gioie ma anche spesso delusioni, ma comunque grandi emozioni che ci fanno vivere questa nostra passione in maniera così intensa.
IBRIDAZIONE: ALCUNE REGOLE DI BASE
Se nell'allevamento in purezza le abituali procedure di gestione della coppia diventano degli automatismi, nell'allevamento ibrido bisogna riservare ad ogni passaggio estrema attenzione.
Infatti le coppie ibride non sono mai uguali le une alle altre, ogni coppia richiede una gestione d'allevamento diversa, formulata su misura dall'allevatore. Vediamo di analizzare le varie fasi dell'allevamento ibrido, focalizzando la nostra attenzione sui punti che richiedono maggiore accortezza ed impegno da parte dell'allevatore. Innanzitutto la composizione della coppia, che va fatta preferibilmente a fine muta.
La scelta del maschio dovrebbe ricadere su soggetti con più di un anno di età, in quanto l'aver verificato l'affidabilità di un maschio nella stagione riproduttiva precedente è un buon punto di partenza. La femmina, al contrario, dovrebbe essere una novella, in quanto se si fosse già accoppiata con un maschio della sua specie, difficilmente ne accetterebbe uno di altra specie (anche se questa indicazione, per quanto riguarda le canarine, può considerarsi quasi superflua). Una volta scelti i soggetti, occorre che questi si accettino a vicenda e comincino a convivere pacificamente nello stesso contenitore. Per aiutarli a familiarizzare occorre che vengano uniti nel modo meno traumatico possibile.
E' opportuno quindi, per i primi tempi, tenerli separati da un divisorio in modo che si abituino alla vista reciproca. Si può, in questa fase, posizionare le mangiatoie vicine tra loro, ai due lati del divisorio, in modo che i soggetti durante l'approvvigionamento abbiano un contatto un po´ più ravvicinato. Dopo qualche tempo si può cominciare a togliere il divisorio, dapprima provvisoriamente e poi definitivamente. Dal momento in cui i soggetti vengono uniti, occorre evitare possibili litigi che comprometterebbero sul nascere la futura serenità della coppia. Per questo è opportuno mettere due mangiatoie, due beverini, due portapastoncini, due pezzi di frutta o ciuffi di verdura etc., proprio come se si trattasse di due bambini piccoli!
Se tutte queste procedure sono andate per il verso giusto, la nostra coppia potrà svernare in tranquillità, in attesa della stagione riproduttiva. Con l'approssimarsi della primavera i nostri due soggetti, se siamo fortunati, dovrebbero cominciare ad interessarsi l'uno all'altro. In genere è il maschio che, con il canto e le offerte di cibo, comincia a corteggiare la femmina.
Questa è una fase molto delicata, in quanto nella nostra coppia ibrida potrebbe rompersi quel delicato equilibrio instauratosi faticosamente nei mesi precedenti. Bisogna quindi tenere sotto stretta osservazione il maschio che, assumendo un comportamento aggressivo, potrebbe dar vita a continui litigi, talvolta molto accesi. Se tende a corteggiare la femmina con eccessiva insistenza, magari inseguendola e spiumandola, occorre separarlo immediatamente e aspettare che la femmina si interessi al nido. Se invece si dimostra tranquillo, può essere lasciato insieme ad essa, confidando sul fatto che il suo corteggiamento induca la compagna ad andare in estro.
Quando noteremo che anche la femmina comincia ad assumere un comportamento un pò più vivace, interessandosi al materiale da nido, la coppia andrà tenuta insieme fino alla deposizione. In definitiva, in questa fase cruciale dell'allevamento ibrido, la maggiore difficoltà consiste in un sapiente uso del divisorio.
A deposizione avvenuta, è estremamente raccomandabile separare definitivamente la coppia (in genere io separo al primo uovo). Dopo di che, la scelta tra la balia e la madre naturale dipende dall'occhio esperto dell'allevatore nonché dal suo desiderio di emozioni.
A questo punto il più è ormai fatto, non ci resta che sognare uova piene!
IBRIDI CON LA CANARINA (Incardellato)
Gli ibridi più allevati e quindi più presenti alle mostre sono gli ibridi ottenuti con la canarina.
Si tratta di un'ibridazione che nella maggior parte dei casi non presenta grandi difficoltà.
Per questo a tali ibridi si dedica sia chi vuole tentare un ibrido avendo discrete possibilità di riuscita, sia l'ibridista esperto che desidera ottenere un soggetto che, seppur non rarissimo, sia tecnicamente perfetto. La maggior parte degli ibridatori "occasionali" utilizzano le canarine di riserva o quelle di scarto per comporre le coppie ibride.
Da coppie assortite secondo questo criterio difficilmente verranno fuori ibridi eccezionali, questo perchè il contributo della madre canarina al fenotipo dell'ibrido è determinante. Per tale motivo consiglierei di utilizzare, come fanno gli ibridisti esperti, delle buone canarine in grado di dare pregevole discendenza.
Si può ricorrere sia a canarine lipocromiche, che origineranno ibridi pezzati, sia a canarine melaniniche che daranno vita ad ibridi nero-bruno. Poiché l'ottenimento di un buon ibrido pezzato è attribuibile più alla fortuna che alla tecnica, mi soffermerò maggiormente sull'ibridazione con canarine nero-bruno.
Le canarine migliori sono ovviamente le nero, ma anche le bruno, le agata e le isabella danno buoni risultati. Importante è che abbiano un buon disegno, siano ben ossidate e poco cariche di feomelanina. La scelta della varietà è fondamentale per il cromatismo dell'ibrido.
Vanno impiegate canarine a fattore rosso per tutte le specie a fattore rosso (carpodaco messicano, cardinalino, fanello etc.) mentre quelle a fattore giallo sono indicate per le specie a fattore giallo (cardellino, lucherino testanera, canarino del Mozambico, verzellino etc.).
Le canarine a fattore bianco dominante trasmetteranno tale mutazione a metà della discendenza per cui avremo il 50% degli ibridi ardesia.
Ibridi ardesia molto belli sono quelli ottenuti con i lucherini sudamericani (testanera, pettonero, negrito etc.), i verdoni europei ed asiatici ed i serinus africani (canarino del Mozambico, cantore d'Africa, ventregiallo, etc.).
Bisognerà utilizzare femmine intense per tutti quei soggetti che presentano pigmentazioni lipocromiche diffuse su tutto il corpo, per esempio il cardinalino, i serinus africani, il lucherino, i lucherini sudamericani, il verdone etc.
Ricorreremo invece a canarine mosaico per le specie che presentano zone di elezione lipocromiche circoscritte, come il cardellino, il fanello, l'organetto, il carpodaco messicano etc.
Per quanto riguarda il piumaggio, poiché tutte le specie in natura hanno un piumaggio simil-brinato, vanno scelte femmine a piumaggio stretto, molto sature di lipocromo, sia per la categoria mosaico che intenso, facendo però attenzione, nelle intense, a non scegliere soggetti troppo esili e dalla struttura esigua.
Per chi fosse poco pratico di ibridazione e volesse cominciare con accoppiamenti abbastanza facili, consiglierei di tentare con specie come carpodaco messicano, verzellino, cardinalino, lucherino testanera, fanello e cardellino. Accoppiamenti che garantiscono poche possibilità di riuscita sono invece quelli con l'organetto, il crociere, il verdone dell'Hymalaia, mentre quelli col fringuello, il ciuffolotto ed il frosone sono da considerarsi delle imprese da temerari.
IBRIDI TRA FRINGILLIDI
Gli ibridi tra fringillidi rappresentano il punto di arrivo per un ibridista che voglia cimentarsi con accoppiamenti impegnativi.
La notevole difficoltà di realizzazione, unitamente alla possibilità di creare un ibrido inedito, sono gli stimoli che muovono l'allevatore ad allestire coppie inusuali, dando sfogo a tutta la sua fantasia e creatività. Le combinazioni ibride sono infatti tantissime ed ancora parzialmente inesplorate.
Accanto ad ibridi classici, come per esempio cardellino x ciuffolotto o cardinalino x cardellino, stiamo vedendo, negli ultimi anni, ibridi impensabili fino a qualche tempo fa, come cardellino x fringuello o cardinalino x crociere, solo per citarne un paio.
Per chi volesse tentare per la prima volta un'ibridazione tra fringillidi, fornirò di seguito alcune informazioni di base, trattando i soggetti per singoli generi o per specie.
CIUFFOLOTTO
In ibridazione è usata quasi esclusivamente la femmina, in quanto il maschio presenta difficoltà di accoppiamento, etologiche e genetiche, quasi insormontabili. La ciuffolotta accetta in genere facilmente qualsiasi maschio le venga accoppiato, unica difficoltà la bassa percentuale di uova feconde a causa di una scarsa affinità genetica con gli altri fringillidi. In genere tutti gli ibridi ottenuti con la ciuffolotta si confermano dei campioni.
CARDELLINO
Vengono usati in ibridazione sia il maschio, ottimo gallatore, che la femmina. In quest'ultimo caso, ci si premuri di formare le coppie per tempo per favorire un forte affiatamento, condizione pressoché indispensabile per ottenere buoni risultati. Il caratteristico disegno viene trasmesso immancabilmente all'ibrido, qualunque sia la specie a cui si accoppi ed in qualunque direzione di accoppiamento.
CARPODACO MESSICANO
Il maschio ci garantirà il 100% di uova piene, ma richiede un monitoraggio costante da parte dell'allevatore in quanto si lascia andare a frequenti slanci di aggressività nei confronti della femmina, che non infrequentemente ci "lascia le penne", se l'allevatore non interviene prontamente. La femmina, essendo dotata di un carattere forte come il maschio, avrà grandi capacità di dissuasione nel caso non le piaccia il maschio accoppiatole, cosa che si verifica non raramente. Nel caso ci dia solo uova bianche, resta comunque un'ottima balia.
FANELLO
I fanelli sono molto versatili in ibridazione, sia il maschio che è un mite, ma assiduo corteggiatore, sia la femmina che di solito è ben disposta nei confronti dei maschi di altra specie. Danno ibridi di pregio con tutte le specie a cui vengono accoppiati.
LUCHERINI SUDAMERICANI
(cardinalino, lucherino testanera, negrito etc.). I maschi, focosi ed irremovibili nel loro intento, riescono nella maggior parte dei casi a darci numerosi ed ottimi ibridi, trasmettendo alla progenie disegni netti e colori sgargianti. Le femmine si dimostrano spesso eccessivamente nervose nei confronti di maschi di altra specie.
CANARINI AFRICANI
(canarino del Mozambico, cantore d'Africa etc.). I maschi sono corteggiatori instancabili ed ottimi gallatori, le femmine invece difficilmente accettano un maschio di altra specie. La principale difficoltà in questa ibridazione sta nel differente periodo di estro della maggior parte di questi canarini rispetto agli altri fringillidi dell'emisfero boreale.
VERZELLINO
Un vero "jolly" il maschio, in grado di corteggiare assiduamente le femmine di ogni specie. La femmina purtroppo è scarsamente utilizzata in ibridazione a causa della sua delicatezza che raramente le consente di arrivare alla deposizione in buone condizioni di salute.
CROCIERE
E' più ibridata la femmina del maschio, in quanto quest'ultimo non sempre si interessa alle femmine di altra specie. Per far deporre la crociera sono indispensabili contenitori molto spaziosi. I crocieri tendono ad andare in estro ai primi di marzo per cui vanno accoppiati a specie particolarmente precoci. Gli ibridi di crociere, qualunque sia l'altra specie parentale, risultano immancabilmente dei fuoriclasse.
VERDONE
I maschi di verdone, sia europei che asiatici, sono dotati di un forte carattere, grazie al quale riescono ad imporsi anche a femmine molto aggressive come le fringuelle e le messicane. Le femmine sono abbastanza docili verso i maschi di altra specie. Gli ibridi di verdone sono molto particolari in virtù della forma inconfondibile che ereditano.
ORGANETTO
Molto docile, adattabile e robusto, l'organetto è molto usato in ibridazione. Entrambi i sessi si ibridano senza problemi con tutte le specie di fringillidi eccezion fatta per il canarino, nei cui confronti c'è una scarsissima affinità genetica.
FRINGUELLO
Viene usata in ibridazione esclusivamente la femmina, in quanto il maschio è geneticamente incompatibile con tutti gli altri fringillidi. Accoppiamento fattibile è quello con i verdoni, europei ed asiatici, mentre per ottenere ibridi con le altre specie serve una buona dose di fortuna.
QUANTO SOPRA E' STATO PUBBLICATO DAL SITO www.allevamentosuessola.com