IL CARDELLINO
Fra gli uccelli da gabbia più amati spicca il cardellino, dal latino carduelis che deriva dal nome del vegetale carduus (cardo) dei cui semi è ghiotto. Prevalentemente silvestre, nel passato abbandonava il fitto bosco solo per la ricerca di cibo. Oggi invece lo si trova anche tra le case, nei giardini e negli orti. L'uomo ha da tempo scelto il cardellino come uno dei più amati cantori da allevare in gabbia e in voliera. Dapprima il cardellino veniva tenuto in gabbia solamente per il canto. In secondo tempo si cominciarono a incrociare con questo fringillide altri uccelli da canto come il canarino per ottenere dei soggetti vocati al canto quanto i canarini, ma con le capacità vocali dei cardellini, poiché gli ibridi di cardellino si sono rivelati eccellenti cantori ed anche uccelli di una certa bellezza, l'allevamento del cardellino è continuato. La legge italiana vieta la cattura ed il commercio dei soggetti selvatici; non vieta invece di allevare e commerciare soggetti nati in cattività, identificabili per l'anellino alla zampa, né quelli importati secondo le disposizioni che prevedono documenti che ne attestino la provenienza.
Il cardellino ha una vita media alquanto breve, attorno ai sei anni, ma in compenso è una vita attivissima, quasi frenetica. Il maschio è caratterizzato da: testa con calottina nera e tipica mascherina rosso-arancio, dorso bruno, groppone grigio-biancastro, ali e coda nere con tipiche "perle" bianche, barratura alare giallo oro tipica dei carduelidi, ventre bianco, petto bianco inquinato di bruno (più si scende, maggiore è la carica di bruno). Le femmine differiscono dai maschi per piccoli dettagli che solo l'occhio più esperto e specializzato riesce a cogliere: la testa è più arrotondata, la mascherina non oltrepassa l'occhio, la spallina (piccole copritrici alari) è grigio-verdastra anziché nera (quest'ultimo particolare è molto utile per distinguere il sesso dei novelli nei primi mesi di vita). Formare coppie di cardellini non è difficile, il difficile è farli riprodurre. Questi uccelli si riproducono con maggior frequenza in voliera piuttosto che in gabbia . Le gabbie non dovrebbero essere di misura inferiore ai 90 cm . Buona norma posizionarle quanto più in alto possibile, allo scopo di far sentire le femmine più sicure . Per garantire una maggiore tranquillità alla cardellina conviene riparare i nidi durante la cova e l’allevamento dei nidiacei con piante ornamentali di plastica oppure della semplice rete verde sempre in plastica del tipo usato per proteggere le piante di agrumi o i rametti in plastica degli alberi di Natale. Basterà attaccare il materiale alle sbarre in modo da coprire la zona dove risiede il portanido, schermando parzialmente anche la zona superiore. Come materiale per la costruzione del nido useremo della iuta, e dell’ovatta vegetale. Per formare una coppia possiamo lasciare che i due soggetti svernino insieme creando così un buon affiatamento. Con questo metodo la femmina in particolare non accetterà altri maschi che quello che ha imparato a conoscere, per cui se il maschio dovesse morire o decidessimo di sostituirlo con un altro si correrebbe il rischio di decondizionare irrimediabilmente la femmina. L’alternativa è mantenere i sessi separati fino a che non incomincino a dare segni di essere pronti per l’accoppiamento, i maschi con il canto forte e ripetuto, le femmine effettuando la cosiddetta ruota e svolazzando per la gabbia. A questo punto potremo tentare di formare le coppie facendo uso per qualche giorno di un divisorio, in modo da impedire che i due litighino. Accertato il reciproco gradimento, potranno essere uniti. le femmine giovani talvolta possono dare qualche problema, tipo deposizione fuori dal nido o rifiuto di covare. Nel primo caso conviene abbassare i posatoi il più possibile e tentare di recuperare le uova grazie ad uno strato di gommapiuma o uno straccio disposto sul fondo senza le griglie. In questo modo le uova salvate potranno essere affidate ad una balia. Se invece la cardellina, che normalmente inizia a covare dal terzo uovo in poi, non dovesse mostrare alcuna intenzione in tal senso, conviene lasciare comunque delle uova di plastica per qualche giorno nel nido e dare a balia quelle vere. Non di rado qualche femmina inizia a covare dopo qualche giorno dalla fine della deposizione a causa di un ritardo nella formazione delle placche di incubazione. Se invece tutto procede per il meglio, la cardellina inizierà a covare assiduamente uscendo dal nido solo per nutrirsi. Per tutta la durata della cova l’alimentazione dovrà essere leggera ed abbastanza spartana. In pratica composta dai soli semi, in modo da non sovraccaricare l’apparato digerente. Le verdure vanno abolite così come i cibi proteici. Il maschio, una volta operata la sostituzione delle uova, andrebbe separato e posto in una gabbietta attigua dove la compagna possa vederlo, in modo che non decida di abbandonare la cova. Trascorsi 5 o 6 giorni potremo allontanarlo per impiegarlo con altre femmine oppure lasciarlo dove si trova per valutare di ricongiungerlo quando i pullus avranno
7-8 giorni. Alcuni maschi si comportano in modo irreprensibile, imbeccando la femmina in cova ed i pulcini fino allo svezzamento. Tuttavia l’ambiente ristretto della gabbia spesso induce nel maschio comportamenti anomali, che variano dalle continue molestie alla femmina fino alla rottura delle uova e persino l’uccisione dei piccoli appena nati. Per questo motivo c'è chi usa separarli appena terminata la deposizione, per rimetterli quando i piccoli hanno una settimana circa. La presenza del maschio, quando decide di collaborare, consente una ulteriore nidificazione in un arco di tempo più breve. Infatti con il maschio che provvede allo svezzamento dei novelli, la femmina può dedicarsi senz’altro ad una seconda covata. Attenzione però a separare il padre insieme ai giovani che altrimenti potrebbero imbrattare di feci il nuovo nido e le uova. Nel caso in cui la cura dei giovani sia affidata alla sola femmina bisognerà rimuovere il vecchio nido e non fornire materiale per il nuovo in modo da non stimolarla ad una seconda cova. Dopo circa 30 giorni dalla nascita i piccoli inizieranno a mangiare da soli e potremo consentirle di dare l’avvio ad una seconda cova. I piccoli nascono dopo tredici giorni di incubazione. Durante i primissimi giorni di vita è bene non disturbare la madre, salvo una visita giornaliera per valutare lo stato di salute dei piccoli. Se il giorno seguente la nascita i cardellini si presenteranno floridi e vitali vorrà dire che tutto procede per il meglio. Se al contrario appariranno disidratati e deboli occorrerà valutarne lo spostamento sotto una balia. Con la schiusa forniremo alla madre tutti quegli alimenti ad alto valore nutritivo che avevamo smesso di somministrare durante la cova, onde stimolarla a nutrirsi ed imbeccare la prole. Normalmente, dopo giorni di “privazioni” la femmina si mostrerà famelica e non tarderà ad alimentare i piccoli. In genere le cardelline, se in perfetta salute, si rivelano delle ottime madri e allevano senza problemi anche 5 piccoli per covata.
7-8 giorni. Alcuni maschi si comportano in modo irreprensibile, imbeccando la femmina in cova ed i pulcini fino allo svezzamento. Tuttavia l’ambiente ristretto della gabbia spesso induce nel maschio comportamenti anomali, che variano dalle continue molestie alla femmina fino alla rottura delle uova e persino l’uccisione dei piccoli appena nati. Per questo motivo c'è chi usa separarli appena terminata la deposizione, per rimetterli quando i piccoli hanno una settimana circa. La presenza del maschio, quando decide di collaborare, consente una ulteriore nidificazione in un arco di tempo più breve. Infatti con il maschio che provvede allo svezzamento dei novelli, la femmina può dedicarsi senz’altro ad una seconda covata. Attenzione però a separare il padre insieme ai giovani che altrimenti potrebbero imbrattare di feci il nuovo nido e le uova. Nel caso in cui la cura dei giovani sia affidata alla sola femmina bisognerà rimuovere il vecchio nido e non fornire materiale per il nuovo in modo da non stimolarla ad una seconda cova. Dopo circa 30 giorni dalla nascita i piccoli inizieranno a mangiare da soli e potremo consentirle di dare l’avvio ad una seconda cova. I piccoli nascono dopo tredici giorni di incubazione. Durante i primissimi giorni di vita è bene non disturbare la madre, salvo una visita giornaliera per valutare lo stato di salute dei piccoli. Se il giorno seguente la nascita i cardellini si presenteranno floridi e vitali vorrà dire che tutto procede per il meglio. Se al contrario appariranno disidratati e deboli occorrerà valutarne lo spostamento sotto una balia. Con la schiusa forniremo alla madre tutti quegli alimenti ad alto valore nutritivo che avevamo smesso di somministrare durante la cova, onde stimolarla a nutrirsi ed imbeccare la prole. Normalmente, dopo giorni di “privazioni” la femmina si mostrerà famelica e non tarderà ad alimentare i piccoli. In genere le cardelline, se in perfetta salute, si rivelano delle ottime madri e allevano senza problemi anche 5 piccoli per covata.
IL CARDELLINO
Il Cardellino (carduelis carduelis) è un piccolo passeriforme appartenente alla famiglia dei fringillidi caratterizzato da colori sgargianti e da un canto molto melodioso che lo fanno risultare uno degli uccelli più noti e amati sia dagli appassionati che dalla gente comune.
Caratteristiche:
lungo circa 12 cm il cardellino è caratterizzato da una mascherina facciale rosso acceso,dorso castano,petto chiaro con inserzioni castane a formare il caratteristico “fungo pettorale” ali e coda nere con perle bianche nella zona caudale ed evidenti bande alari giallo acceso. Il becco si presenta carnicino (come anche le zampe) e di forma allungata con un segno a “matita” sulla punta che sparisce durante l’estro.
I sessi sono simili (le femmine hanno la mascherina che si ferma prima dell’occhio e le spalline brune a differenza dei maschi in cui la mascherina deborda oltre l’occhio e le spalline sono di un nero lucido) ed i giovani presentano colorazioni più chiare nel complesso senza la caratteristica mascherina facciale che appare dopo la prima muta.
Esistono numerose sottospecie che popolano l’Europa e l’Asia che differiscono dalla specie nominale per l’intensità dei colori e per le dimensioni, solitamente i colori sono tanto più intensi quanto più piccola è la taglia.
Precisamente le sottospecie sono:
• Carduelis carduelis balcanica
• Carduelis carduelis brevirostris
• Carduelis carduelis britannica
• Carduelis carduelis colchicus
• Carduelis carduelis loudoni
• Carduelis carduelis major
• Carduelis carduelis niediecki
• Carduelis carduelis parva
• Carduelis carduelis tschusii
• Carduelis carduelis volgensis
In Italia possiamo notare principalmente il C.c.carduelis e il C.c. tschusii nella zona meridionale e insulare,mentre durante il periodo di passo (autunno) si possono notare varie sottospecie tra cui i C.c.major e C.c.balcanica.
Il cardellino abita principalmente le zone di bosco,la campagna in generale soprattutto se cosparsa di siepi e piante arbustive ma anche i parchi cittadini dove riesce a trovare un habitat ideale per la riproduzione che solitamente avviene su piante a medio fusto quali tuie, cipressi, robinie, ontani o su cespugli quali alloro, ligustro ecc.
In natura il cardellino si ciba principalmente di semi allo stato lattiginoso (cardo, girasole, radicchio, piantaggine, senecio, tarassaco ecc.) ma anche di piccoli invertebrati come ad esempio gli afidi delle rose (soprattutto nel periodo riproduttivo).
Il cardellino ha un comportamento genericamente gregario, anche nel periodo riproduttivo non è raro riscontrare più coppie in poco spazio se l’habitat è particolarmente adatto e ricco di risorse. In autunno si possono vedere piccoli stormi anche di 50 esemplari durante il periodo di passo mentre in estate è usuale veder piccoli gruppetti composti dai giovani “coetanei”soprattutto nelle zone di pastura.
Il periodo riproduttivo comincia a marzo/aprile e si protrae fino ad agosto (sono tra i fringillidi che terminano la riproduzione più tardi) di norma vengono deposte 2/3 covate composte da una media di 4 uova (da 3 a 7 ) azzurro chiaro picchiettate di bruno che vengono covate per i classici 13 giorni,i pulli restano nel nido almeno fino ai 15 giorni (alimentati con semi lattiginosi e piccoli invertebrati ) per essere indipendenti dopo circa 1/2 settimane dall’involo. Della cova si occupa la sola femmina mentre il maschio è molto attivo nell’imbecco dei pulli soprattutto dopo l’involo mentre la madre si dedica alla costruzione del nuovo nido a coppa posto su una biforcazione ad una media di 2/3 metri dal suolo composto da radichette, muschio, pelo animale e filamenti vegetali (molto utilizzati sono i “peli” di infiorescenze quali il tarassaco ed alcune specie di cardo).
Allevamento in cattività :
In cattività il cardellino viene allevato ormai da parecchi anni, un tempo veniva apprezzato soprattutto per il canto ma poi molti allevatori hanno iniziato ad utilizzarlo in ibridazione e ad allevarlo in purezza.
In cardellino si adatta bene alla vita in cattività anche se necessità di alcuni accorgimenti soprattutto igienici che sono basilari per il suo mantenimento,essendo il cardellino particolarmente esposto ai coccidi ed alle malattie dell’apparato gastrointestinale in genere bisognerà essere sempre molto attenti all’igiene del locale di allevamento e delle suppellettili quali beverini,mangiatoie ecc.
Molti allevatori sono soliti utilizzare antibiotici ad ampio spettro per ovviare a questa debolezza della specie ma senza dubbio una igiene perfetta è decisamente migliore di medicinali che non farebbero altro che indebolire i soggetti.
L’ambiente tipico per la riproduzione del cardellino è la volieretta da m 1x1x2 ma risultano ottimali anche i gabbioni da 120 cm o 90 cm (quest’ultimo indica la misura minima per ottenere una riproduzione quasi sicura).
Per quanto riguarda l’alimentazione è da dividere in 4 fasi:
Riposo: In questo periodo è sufficiente la somministrazione di un misto di semi per fringillidi unito ad acqua pulita, grit + carbone vegetale (in piccole dosi),osso di seppia ed un buon complesso multivitaminico almeno una volta a settimana
Precova:In questa fase si mantiene l’alimentazione del periodo di riposo integrata con forniture a giorni alterni di semi germinati asciugati con pastone arricchiti con larve surgelate (pinkies)
Cova: Come nel precova ma le somministrazioni di germogliato diventano giornaliere per raggiungere le 3 somministrazioni al giorno dopo la nascita dei pulli.
Muta: Si mantiene l’alimentazione del periodo di cova con l’aggiunta di erbe prative (che volendo possono essere usate anche in cova) .
Tutti i passaggi da periodo a periodo devono essere fatti in modo graduale.
La riproduzione è il periodo che senz’altro necessita di attenzioni migliori,la preparazione delle coppie comincia già a fine Gennaio quando i maschi saranno alloggiati nella voliera/gabbione di riproduzione e cominceranno a ricevere l’alimentazione di precova,le femmine verranno unite circa un mese dopo prestando attenzione che non si verifichino casi di aggressività (in tal caso intervenire con divisorio o estraendo la femmina per ritentare più in avanti) ed anche a loro sarà somministrata l’alimentazione precova.
Giunti al mese di marzo si sarà provveduto ad adottare l’alimentazione adatta alla cova per porre i nidi nella voliera/gabbione che saranno del tipo a cestino in vimini di 10/11 cm di diametro e verranno infrascati con piante sintetiche (n.b. i nidi vanno posti negli angoli in alto del frontale della gabbia da riproduzione).
Come materiale da nido si possono fornire sfilacci di juta, muschio, pelo animale (preventivamente sterilizzato) e cotone grezzo (attenzione non usare quello idrofilo ma quello per uso ornitologico).
Se tutto andrà per il verso giusto per il mese di aprile/maggio la femmina avrà costruito il nido dove deporrà le uova che coverà per 13 giorni dopo i quali nasceranno i pulli.
Dal momento della nascita dei pulli si procederà col somministrare il germogliato + larve surgelate per 3 volte al giorno (mattino,mezzogiorno e sera) fino al completo svezzamento dei pulli che avverrà circa al ventunesimo giorno.
Dopo lo svezzamento i pulli potranno essere spostati in voliere o gabbioni in cui passeranno la muta in gruppetti preferibilmente di coetanei (massimo 6 in un gabbione da 120 e massimo 10/12 in una volieretta da 1x1x2.
Normalmente i cardellini portano al termine tre covate annue con una media di 4 pulli a covata.
E’ importante ricordare che per la detenzione dei cardellini è necessaria l’autorizzazione provinciale e che i pulli vanno anellati con anellino A entro il 5 giorno dalla nascita (è utile mascherare l’anello con un pezzetto di nastro da pacchi marrone o di cerotto per evitare che la madre butti i piccoli fuori dal nido per sbarazzarsi degli anelli).
Il cardellino viene utilizzato in ibridazione con moltissime specie ma senz’altro l’ibrido più comune è quello con il canarino.
Negli anni il cardellino ha presentato numerose mutazioni di colore che lo hanno reso ancora più apprezzato e allevato, al momento le mutazioni apparse nel cardellino sono:
1. Agata
2. Bruno
3. Mascherato (eumo sesso legato)
4. Lutino
5. Pastello
6. Isabella
7. Satinè
8. Agata pastello
9. Bruno pastello
10. Opale
11. Albino
12. Eumo
13. Wit‐kop
14. Phaeo
15. Giallo
16. Perlato
17. Bianco ad occhio nero
18. Blu
Caratteristiche:
lungo circa 12 cm il cardellino è caratterizzato da una mascherina facciale rosso acceso,dorso castano,petto chiaro con inserzioni castane a formare il caratteristico “fungo pettorale” ali e coda nere con perle bianche nella zona caudale ed evidenti bande alari giallo acceso. Il becco si presenta carnicino (come anche le zampe) e di forma allungata con un segno a “matita” sulla punta che sparisce durante l’estro.
I sessi sono simili (le femmine hanno la mascherina che si ferma prima dell’occhio e le spalline brune a differenza dei maschi in cui la mascherina deborda oltre l’occhio e le spalline sono di un nero lucido) ed i giovani presentano colorazioni più chiare nel complesso senza la caratteristica mascherina facciale che appare dopo la prima muta.
Esistono numerose sottospecie che popolano l’Europa e l’Asia che differiscono dalla specie nominale per l’intensità dei colori e per le dimensioni, solitamente i colori sono tanto più intensi quanto più piccola è la taglia.
Precisamente le sottospecie sono:
• Carduelis carduelis balcanica
• Carduelis carduelis brevirostris
• Carduelis carduelis britannica
• Carduelis carduelis colchicus
• Carduelis carduelis loudoni
• Carduelis carduelis major
• Carduelis carduelis niediecki
• Carduelis carduelis parva
• Carduelis carduelis tschusii
• Carduelis carduelis volgensis
In Italia possiamo notare principalmente il C.c.carduelis e il C.c. tschusii nella zona meridionale e insulare,mentre durante il periodo di passo (autunno) si possono notare varie sottospecie tra cui i C.c.major e C.c.balcanica.
Il cardellino abita principalmente le zone di bosco,la campagna in generale soprattutto se cosparsa di siepi e piante arbustive ma anche i parchi cittadini dove riesce a trovare un habitat ideale per la riproduzione che solitamente avviene su piante a medio fusto quali tuie, cipressi, robinie, ontani o su cespugli quali alloro, ligustro ecc.
In natura il cardellino si ciba principalmente di semi allo stato lattiginoso (cardo, girasole, radicchio, piantaggine, senecio, tarassaco ecc.) ma anche di piccoli invertebrati come ad esempio gli afidi delle rose (soprattutto nel periodo riproduttivo).
Il cardellino ha un comportamento genericamente gregario, anche nel periodo riproduttivo non è raro riscontrare più coppie in poco spazio se l’habitat è particolarmente adatto e ricco di risorse. In autunno si possono vedere piccoli stormi anche di 50 esemplari durante il periodo di passo mentre in estate è usuale veder piccoli gruppetti composti dai giovani “coetanei”soprattutto nelle zone di pastura.
Il periodo riproduttivo comincia a marzo/aprile e si protrae fino ad agosto (sono tra i fringillidi che terminano la riproduzione più tardi) di norma vengono deposte 2/3 covate composte da una media di 4 uova (da 3 a 7 ) azzurro chiaro picchiettate di bruno che vengono covate per i classici 13 giorni,i pulli restano nel nido almeno fino ai 15 giorni (alimentati con semi lattiginosi e piccoli invertebrati ) per essere indipendenti dopo circa 1/2 settimane dall’involo. Della cova si occupa la sola femmina mentre il maschio è molto attivo nell’imbecco dei pulli soprattutto dopo l’involo mentre la madre si dedica alla costruzione del nuovo nido a coppa posto su una biforcazione ad una media di 2/3 metri dal suolo composto da radichette, muschio, pelo animale e filamenti vegetali (molto utilizzati sono i “peli” di infiorescenze quali il tarassaco ed alcune specie di cardo).
Allevamento in cattività :
In cattività il cardellino viene allevato ormai da parecchi anni, un tempo veniva apprezzato soprattutto per il canto ma poi molti allevatori hanno iniziato ad utilizzarlo in ibridazione e ad allevarlo in purezza.
In cardellino si adatta bene alla vita in cattività anche se necessità di alcuni accorgimenti soprattutto igienici che sono basilari per il suo mantenimento,essendo il cardellino particolarmente esposto ai coccidi ed alle malattie dell’apparato gastrointestinale in genere bisognerà essere sempre molto attenti all’igiene del locale di allevamento e delle suppellettili quali beverini,mangiatoie ecc.
Molti allevatori sono soliti utilizzare antibiotici ad ampio spettro per ovviare a questa debolezza della specie ma senza dubbio una igiene perfetta è decisamente migliore di medicinali che non farebbero altro che indebolire i soggetti.
L’ambiente tipico per la riproduzione del cardellino è la volieretta da m 1x1x2 ma risultano ottimali anche i gabbioni da 120 cm o 90 cm (quest’ultimo indica la misura minima per ottenere una riproduzione quasi sicura).
Per quanto riguarda l’alimentazione è da dividere in 4 fasi:
Riposo: In questo periodo è sufficiente la somministrazione di un misto di semi per fringillidi unito ad acqua pulita, grit + carbone vegetale (in piccole dosi),osso di seppia ed un buon complesso multivitaminico almeno una volta a settimana
Precova:In questa fase si mantiene l’alimentazione del periodo di riposo integrata con forniture a giorni alterni di semi germinati asciugati con pastone arricchiti con larve surgelate (pinkies)
Cova: Come nel precova ma le somministrazioni di germogliato diventano giornaliere per raggiungere le 3 somministrazioni al giorno dopo la nascita dei pulli.
Muta: Si mantiene l’alimentazione del periodo di cova con l’aggiunta di erbe prative (che volendo possono essere usate anche in cova) .
Tutti i passaggi da periodo a periodo devono essere fatti in modo graduale.
La riproduzione è il periodo che senz’altro necessita di attenzioni migliori,la preparazione delle coppie comincia già a fine Gennaio quando i maschi saranno alloggiati nella voliera/gabbione di riproduzione e cominceranno a ricevere l’alimentazione di precova,le femmine verranno unite circa un mese dopo prestando attenzione che non si verifichino casi di aggressività (in tal caso intervenire con divisorio o estraendo la femmina per ritentare più in avanti) ed anche a loro sarà somministrata l’alimentazione precova.
Giunti al mese di marzo si sarà provveduto ad adottare l’alimentazione adatta alla cova per porre i nidi nella voliera/gabbione che saranno del tipo a cestino in vimini di 10/11 cm di diametro e verranno infrascati con piante sintetiche (n.b. i nidi vanno posti negli angoli in alto del frontale della gabbia da riproduzione).
Come materiale da nido si possono fornire sfilacci di juta, muschio, pelo animale (preventivamente sterilizzato) e cotone grezzo (attenzione non usare quello idrofilo ma quello per uso ornitologico).
Se tutto andrà per il verso giusto per il mese di aprile/maggio la femmina avrà costruito il nido dove deporrà le uova che coverà per 13 giorni dopo i quali nasceranno i pulli.
Dal momento della nascita dei pulli si procederà col somministrare il germogliato + larve surgelate per 3 volte al giorno (mattino,mezzogiorno e sera) fino al completo svezzamento dei pulli che avverrà circa al ventunesimo giorno.
Dopo lo svezzamento i pulli potranno essere spostati in voliere o gabbioni in cui passeranno la muta in gruppetti preferibilmente di coetanei (massimo 6 in un gabbione da 120 e massimo 10/12 in una volieretta da 1x1x2.
Normalmente i cardellini portano al termine tre covate annue con una media di 4 pulli a covata.
E’ importante ricordare che per la detenzione dei cardellini è necessaria l’autorizzazione provinciale e che i pulli vanno anellati con anellino A entro il 5 giorno dalla nascita (è utile mascherare l’anello con un pezzetto di nastro da pacchi marrone o di cerotto per evitare che la madre butti i piccoli fuori dal nido per sbarazzarsi degli anelli).
Il cardellino viene utilizzato in ibridazione con moltissime specie ma senz’altro l’ibrido più comune è quello con il canarino.
Negli anni il cardellino ha presentato numerose mutazioni di colore che lo hanno reso ancora più apprezzato e allevato, al momento le mutazioni apparse nel cardellino sono:
1. Agata
2. Bruno
3. Mascherato (eumo sesso legato)
4. Lutino
5. Pastello
6. Isabella
7. Satinè
8. Agata pastello
9. Bruno pastello
10. Opale
11. Albino
12. Eumo
13. Wit‐kop
14. Phaeo
15. Giallo
16. Perlato
17. Bianco ad occhio nero
18. Blu